Sono stato in ottobre a due concerti della Verdi, in Largo Mahler. Veramente ben riusciti.
Nel primo il direttore John Axelrod ha mostrato in modo quasi commovente la sua straripante gioia dopo l’esecuzione della prima sinfonia di Mahler: tra lo scrosciare degli applausi, in modo insolito in una sala da concerti, è andato a ringraziare singolarmente tutti i componenti dell’orchestra con strette di mano e pacche sulla spalla.
Una settimana dopo il direttore Oleg Caetani ha diretto la Cantata per il XX anniversario della Rivoluzione d’Ottobre di Prokofiev, prima esecuzione in Italia. Con grande pacatezza il maestro ha presentato l’opera, spiegando che il compositore era tornato in Russia dall’esilio perché credeva nel nuovo regime, dunque lo spirito della sua composizione era autenticamente comunista. Ora le parole di Lenin e Stalin, cantate dal coro, mostravano tutta la loro ambiguità, ma la musica ne usciva pura, ricca di verità e di pathos.